Non credo che le classi dirigenti della nostra società siano molto preoccupate se la scuola non rende migliori le nuove generazioni rispetto a come erano quando hanno incominciato a frequentarla. A loro interessa solo che escano dalla scuola come quelle che le hanno preceduto e che fuori sgomitano,competono,confliggono,si adattano e si fanno i fatti propri. Unica preoccupazione delle classi dirigenti è che le nuove generazioni, dopo il lungo tirocinio scolastico, siano in grado di adeguarsi alle condizioni di vita e di lavoro che sono state predisposte .Significa che amerebbero avere gente che non crea problemi,che si rende utile dove e quando e ogni volta che dovranno svolgere una qualche mansione.Che siano collaborativi e anche autonomi,ma fin dove è stato stabilito che lo possano essere .
Per un obiettivo di questa portata operano,si impegnano ,intrigano,sollecitano con i tanti mezzi a disposizione e con le dovute alleanze per ridurre al minimo il margine di autonomia del sistema di istruzione e di ogni singolo istituto ;solo a questa condizione potranno avere una società a propria immagine e somiglianza.Per volere le nuove generazioni integrate e fidelizzate ci vuole,infatti, un’educazione apposita ,una continua opera di convincimento e di persuasione.A questo evidente e consapevole impoverimento pedagogico pensano che si possa ovviare magnificando le mille luci della modernizzazione,dei nuovi ambienti di apprendimento,della padronanza delle nuove tecnologie; inneggiando ai miracoli quotidiani del fare nei tanti laboratori ,che manderanno in soffitta le aule e le classi.
Per fortuna quelli che comandano o che hanno voce grossa in capitolo anche nella nostra sgarrupata democrazia,non sono diventati i padroni della scuola o meglio non sono ancora riusciti a diventarlo.
Nonostante i loro mai smessi tentativi di condizionare vita e destino del sistema di istruzione , lo spazio della scuola per la combattività di parte del corpo docente ,delle associazioni professionali e dei sindacati di categoria, è ancora il posto giusto per qualche esercizio di libertà di pensiero;è ancora il posto giusto dove è possibile col proprio lavoro e con le proprie idee mantenere viva la speranza o l’illusione di dare un contributo con la formazione dei giovani per una migliore qualità della convivenza.E’l’ultima trincea di quelli che non s’arrendono al mondo come è diventato e come lo si vuole fare diventare ;l’unica occasione per confliggere con le pressioni a fare dei giovani, persone silenti , disponibili e adattabili a qualsiasi situazione e condizione venga loro imposta.La scuola, se si vuole,puo’ essere ancora il luogo dove si apprende che la verità di una parola ,non è relativa allo statuto di colui che la enuncia(B.Rey)
La libertà della scuola risiede nella capacità di essere fedele ai propri valori e alla propria missione,che è quella di fare amare il sapere e di preparare al mondo del lavoro,alla responsabilità di cittadino e all’autonomia personale le nuove generazioni, senza farsi molte illusioni su quello che poi succederà nella società.Gli insegnanti e i dirigenti scolastici, se credono che alla scuola tocchi un margine di indipendenza rispetto al sistema socio- economico ,devono in ogni singolo istituto garantire che ci sia lo spazio per la riflessione ,per la comprensione e per gli interrogativi sul significato della propria esistenza.Devono ritenere imprescindibile che si lavori per formare e per esercitare i giovani a ragionare correttamente e per fare capire che le pretese di dire la verità devono passare al vaglio della ragione.Una scuola che si ponga questi obiettivi è una scuola che non ha fretta,che si dà del tempo per arrivarci.Lo spazio conquistato a scuola per il pensiero,per il confronto e per il dialogo è uno spazio di libertà e per la libertà e bisogna difenderlo da qualsiasi forma di intromissione o di intimidazione.Per un motivo molto semplice.La scuola che vuole educare nel senso che si è tentato di definire è la scuola che ha come suo insostituibile punto di riferimento i valori della Costituzione. “la Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica”(art.9,comma1);”L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento”(art.33,comma1).
RAIMONDO GIUNTA
.