Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, ricorda un’indagine condotta due anni fa dal Centro Studi Nazionale della Gilda che sottolineava lo stato di progressivo impoverimento dei docenti italiani. Queste le parole di Rino Di Meglio: “Secondo un recente rapporto dell’Ocse su ruoli e stipendi dei capi di istituto di 27 Paesi, i dirigenti scolastici italiani sarebbero tra i più pagati, classificandosi soltanto dopo Australia e Regno Unito. La differenza invece con le retribuzioni dei docenti è in assoluto la maggiore al mondo. Un preside australiano, infatti, guadagna l’85% in più di un proprio insegnante, nel Regno Unito si sale al 136%: quasi due volte e mezzo. Ma In Italia il divario è ancora più marcato: siamo al 160% in più, pari a oltre due volte e mezzo lo stipendio medio di un docente in cattedra. Ovviamente parliamo di retribuzione lorda e sappiamo che la tassazione in Italia colpisce molto gli stipendi medi. Ma si tratta comunque di numeri che confermano ancora una volta come il trattamento economico degli insegnanti italiani gridi vendetta”.
Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, ricorda un’indagine condotta due anni fa dal Centro Studi Nazionale della Gilda che sottolineava lo stato di progressivo impoverimento dei docenti italiani. Queste le parole di Rino Di Meglio: “Secondo un recente rapporto dell’Ocse su ruoli e stipendi dei capi di istituto di 27 Paesi, i dirigenti scolastici italiani sarebbero tra i più pagati, classificandosi soltanto dopo Australia e Regno Unito. La differenza invece con le retribuzioni dei docenti è in assoluto la maggiore al mondo. Un preside australiano, infatti, guadagna l’85% in più di un proprio insegnante, nel Regno Unito si sale al 136%: quasi due volte e mezzo. Ma In Italia il divario è ancora più marcato: siamo al 160% in più, pari a oltre due volte e mezzo lo stipendio medio di un docente in cattedra. Ovviamente parliamo di retribuzione lorda e sappiamo che la tassazione in Italia colpisce molto gli stipendi medi. Ma si tratta comunque di numeri che confermano ancora una volta come il trattamento economico degli insegnanti italiani gridi vendetta”.