SE MAI QUALCUNO TI AVRA’ EDUCATO, NON SARA’ STATO CON LE PAROLE, MA COL SUO ESEMPIO (PASOLINI)


  E’ una buona norma ,entrando in classe ,sperare e scommettere che qualsiasi alunno sia in grado di fare quel che gli viene richiesto di fare e che possa farlo meglio di quanto si pensasse prima.Questo puo’ avvenire se ogni alunno è messo nelle condizioni di lavorare nei tempi e con i modi più congeniali alle sue attitudini.Ma è’ inutile negarlo: per fare l’insegnante e cogliere qualche buon risultato ci vuole una buona dose di ottimismo.Non per questo avrà sempre la vita facile e di fronte alla resistenza che l’alunno oppone all’insegnamento ,non cercherà di averne ragione a qualsiasi costo,ma si interrogherà sui motivi che la generano.

 Le forzature e le costrizioni nel processo educativo non daranno mai frutti buoni ed è molto probabile che l’insegnante faccia esperienza della propria impotenza, soprattutto quando viene sfidato dal rifiuto,dall’opacità,dalle resistenze dell’alunno.Se si vuole educare ,ci si deve tenere lontani da qualsiasi procedura che possa condizionare il soggetto in apprendimento.Mettere al centro l'alunno vuol dire anche questo e non inventarsi dei marchingegni psico-pedagogici per fargli pensare ciò che noi desidereremmo.
La buona pedagogia ricorda il diritto dell'alunno alla sua irriducibilità ai tentativi di seduzione di condizionamento,di manipolazione e proprio per questo non confeziona ricette sicure e non promette di fare miracoli.Il processo di formazione è accidentato e qualche volta avventuroso e sul suo esito felice non ci sono certezze :bisogna misurarsi con le contestazioni,con gli ostacoli e con i rifiuti;bisogna mettersi sempre in discussione e solo così si potrà sperare nel successo formativo.Il buon insegnante non si rassegna davanti alle difficoltà;lavora per cambiare le cose ,non per confermarle.La decisione di apprendere e la perseveranza nell'impegno dell'alunno sono nelle mani dell'insegnante ,dipendono dalla sua capacità di instaurare una relazione educativa "rassicurante" e motivante;dipende dalla sua quotidiana testimonianza di proporsi come esempio di ricerca e di amore del sapere."Se mai qualcuno ti avrà educato,non sarà stato con le sue parole,ma col suo esempio"(Pasolini).
 L’insegnante ,che ha mestiere e vuole il bene dell’ alunno,è paziente davanti l'errore e cerca di trasformarlo in una risorsa per la sua crescita ;ascolta con attenzione i ripensamenti e i dubbi e incoraggia, perchè la difficoltà è superabile e il problema può essere risolto,perchè ne è capace e prima o poi ne verrà fuori.Nell'insegnamento bisogna coniugare il rigore della professionalità e la benevolenza del'amico, doti umane indispensabili per dare prova di fede nel principio che qualsiasi persona puo’essere educata ad essere migliore di quello che è.
 L'azione educativa per le emozioni molteplici che suscita,per la disparità di statuto dei partners in causa ,per le poste in giuoco supposte o reali,è un'esperienza che resiste a molti tentativi di razionalizzazione ,verso i quali ci si deve dotare di un sovrappiù di precauzione e forse di preoccupazione.Non c'è niente di peggio nell’insegnamento degli eccessi razionalistici."L'insegnamento deve ridiventare non più solamente una funzione ,una specializzazione,una professione,ma un compito di salute pubblica:una missione"(E.Morin).Una concezione puramente funzionale dell'insegnamento riduce l'insegnante ad un semplice impiegato;l'accezione esclusivamente professionale lo riduce ad esperto .I giovani hanno bisogno di adulti umanamente significativi che sappiano parlare alla loro mente e al loro cuore ,di docenti che sappiano dar vita al sapere trasformandolo in risorsa per risolvere problemi e per vivere meglio.
 Nell'educazione ci vogliono più certezze morali che scientifiche:ogni pratica pedagogica sottintende una concezione dell'uomo oltre quella dell'apprendimento e rinvia all'etica della convinzione e all'etica dell'autenticità;ogni insegnante in classe propone ,a volte inconsapevolmente,un modello educativo in cui le conoscenze professionali si intrecciano con criteri di valore.E' un dovere renderli espliciti e commisurarli al rispetto dei diritti dell'alunno ad una buona formazione.

 RAIMONDO GIUNTA