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La complessa gestione didattica degli studenti plusdotati: pochi i docenti formati
Una professoressa di matematica e fisica
di un liceo Romano, specializzata in didattica con alunni plusdotati, affronta il problema dicendo: «Ho seguito un corso quando nella mia classe è
arrivato uno studente con un certificato di plusdotazione. Ho imparato ad avere
consapevolezza che questo ragazzo, su alcune materie, ne sappia molto più di
noi insegnanti. Non per tutti è facile accettare che una persona di 14 anni sia
più preparata, nonostante i pochi studi». In questo istituto, trattare la
plusdotazione sembra più semplice. Hanno sezioni sperimentali in cui il numero
degli studenti è contenuto, i voti non esistono e i compiti in classe si fanno
in gruppo, suddivisi per livello. Questo permette al ragazzo plusdotato
di confrontarsi con i compagni simili a lui, di sentirsi stimolato. Quando si
permette a un giovane gifted di esprimersi, la relazione funziona. Bisogna tenere
presente che spesso si annoiano, che possono avere comportamenti stravaganti e
che c’è necessità di lavorare molto sul piano dell’interazione, perché spesso
questi ragazzi sono carenti dal punto di vista della socialità. In una scuola
che già fatica a gestire le disabilità, il rischio di esclusione anche di
questi studenti con un’intelligenza da valorizzare è ancora altissimo ".