Per qualche mese nel cedolino non saranno più presenti le ritenute per le addizionali regionali /comunali, che ritorneranno a marzo 2024. Ma vediamo cosa accadrà da marzo 2024. La riforma Irpef comporterà una passaggio degli scaglioni delle aliquote da 4 a 3, puntando ad allargare la platea dei lavoratori con reddito medio-basso che possano usufruire di una minore tassazione in busta paga. Se questo però è vero occorre considerare anche l’altra faccia della medaglia. Regioni e comuni potrebbero infatti essere costretti ad aumentare le addizionali. Ad evidenziare questa possibilità è stata la Conferenza Unificata Stato Regioni nel report del 9 novembre 2023. Quest’ultima era stata chiamata infatti a dare un proprio parere sulla riforma dell’IRPEF. Il ritocco delle aliquote sul fronte delle addizionali, come è stato fatto notare, costerebbe infatti più di quanto preventivato e comporta il rischio di un aumento della pressione fiscale sul fronte delle imposte dovute agli enti territoriali. In questo modo i benefici sugli stipendi sarebbero invisibili e i lavoratori nemmeno riuscirebbero ad accorgersi degli sgravi fiscali.
Per qualche mese nel cedolino non saranno più presenti le ritenute per le addizionali regionali /comunali, che ritorneranno a marzo 2024. Ma vediamo cosa accadrà da marzo 2024. La riforma Irpef comporterà una passaggio degli scaglioni delle aliquote da 4 a 3, puntando ad allargare la platea dei lavoratori con reddito medio-basso che possano usufruire di una minore tassazione in busta paga. Se questo però è vero occorre considerare anche l’altra faccia della medaglia. Regioni e comuni potrebbero infatti essere costretti ad aumentare le addizionali. Ad evidenziare questa possibilità è stata la Conferenza Unificata Stato Regioni nel report del 9 novembre 2023. Quest’ultima era stata chiamata infatti a dare un proprio parere sulla riforma dell’IRPEF. Il ritocco delle aliquote sul fronte delle addizionali, come è stato fatto notare, costerebbe infatti più di quanto preventivato e comporta il rischio di un aumento della pressione fiscale sul fronte delle imposte dovute agli enti territoriali. In questo modo i benefici sugli stipendi sarebbero invisibili e i lavoratori nemmeno riuscirebbero ad accorgersi degli sgravi fiscali.