LA SCUOLA TRA APERTURA E SEPARATEZZA


Non tutto ciò che si agita nel mondo puo’ entrare nella scuola e diventare oggetto del suo compito.La scuola deve adottare criteri per scegliere ciò che va messo nei programmi d'insegnamento e sia conforme alla sua funzione e alle sue competenze:vi è un'identità scolastica che è fatta di procedure di lavoro e un'identità che è fatta di "cultura" che vanno tenute presenti e rispettate.I tempi impongono di passare dal paradigma dell'allargamento dell'enciclopedia dei saperi a quello della loro selezione, perchè la scuola non si disperda nella moltiplicazione degli intrecci col mondo esterno.La scuola rischia di soffocare per l'inclusione casuale e immotivata di nuovi saperi , di nuovi contenuti, di nuovi indirizzi.

Ci si deve chiedere ,comunque,se la scuola possa fare a meno di confrontarsi con tutti i saperi esistenti nella società e se di alcuni possa ignorare l'esistenza. Se quest'ultima scelta non risulta affatto comprensibile la scuola deve,però, difendere la sua cultura e la sua capacità di scelta.La scuola non può perdere il controllo del proprio programma e quando si rinnova deve salvaguardare la specificità della propria cultura.Si rischierebbe altrimenti di mettere in crisi l'autonomia culturale del sistema scolastico rispetto ad ogni genere di pressione.
L'autonomia del sistema scolastico si esprime nella capacità di avere propri criteri di riferimento per stabilire la gerarchia delle competenze e dei saperi che deve formare;nella capacità di dettare codici di comportamento ,di organizzare modi di apprendimento,di difendere il proprio linguaggio e le proprie regole di comunicazione.Questi criteri di riferimento sono l'anima culturale di un sistema scolastico.Autonomia,non autoreferenzialità:nessun sistema scolastico potrebbe sopravvivere chiudendosi ai grandi temi culturali della propria 'epoca, ai problemi della società in cui è collocato.
Se la chiusura è incomprensibile per la vitalità di un sistema di istruzione , il passaggio dalla casualità alla coerenza è una necessità che si onora ,filtrando e selezionando la marea delle conoscenze e delle informazioni create continuamente ,introducendole gradatamente nel repertorio dei saperi scolastici,senza snaturarne gli statuti epistemologici.La scuola non è solo apertura;è anche per questi aspetti" diversità" e "separatezza".
"La storia della scuola è la storia di una separazione:separazione dei bambini rispetto agli adulti;separazione della preparazione alla vita relativamente alla vita stessa;messa in disparte degli apprendimenti rispetto all'attività produttiva"(B.Rey).Il paradosso della scuola è quello di essere un'istituzione separata nella quale si dispensano conoscenze slegate dalla vita quotidiana ed avere la vocazione di preparare alla vita sociale."Nel processo d'insegnamento di un sistema di conoscenze si insegna ciò che non si ha davanti gli occhi,ciò che oltrepassa infinitamente i limiti della sua (alunno)esperienza immediata e potenziale,ma che è innestato sul mondo della esperienze già compiute"(Vigotskyi)."La scuola è (...)interamente costruita su questo mito fondatore,secondo il quale ciò che si impara e che non ha sempre un rapporto con la vita potrà tuttavia servire nella vita"(B.Rey).
Per molti aspetti è una pretesa ingiustificata chiedere al sistema d'istruzione ciò che per natura non può dare ,di procedere per logiche che possono metterne a repentaglio la su a funzionalità,forzare i limiti della sua logica costitutiva.La scuola non è il luogo delle situazioni reali."La scuola è un luogo dove si svolge un particolare tipo di lavoro intellettuale che consiste nel ritirarsi dal mondo quotidiano ,al fine di considerarlo e valutarlo,un lavoro che resta coinvolto con quel mondo,in quanto oggetto di riflessione e di ragionamento"(L.Resnick).La scuola non può e non deve limitarsi ad assicurare una semplice continuità con la società che l'attornia o con l'esperienza quotidiana."Essa è quella particolare comunità in cui si fa l'esperienza di scoprire le "cose" usando l'intelligenza e ci si introduce in nuovi e inimmaginati campi d'esperienza"(J.Bruner).
In ragione di quanto detto è evidente la necessità di ridefinire periodicamente i contenuti della formazione sia per soddisfare un bisogno di riqualificazione ,di sviluppo delle competenze della società, sia per aprire l'accesso all'istruzione a quanti ne sono variamente esclusi,per soddisfare un bisogno di equità.La scuola che conta non è quella d'élite ,ma quella che fa crescere il livello e la qualità delle competenze della generalità delle persone.
Un sapere per essere assunto in un curriculum deve essere :1)prerequisito di altri insegnamenti;2)elemento di cultura generale(fonte d'ancoraggio identitario e culturale;3)base di riflessione sul rapporto al sapere;4)materiale per l'esercizio del saper fare intellettuale;5)elemento per far funzionare situazioni d'apprendimento;6)risorsa per competenze identificate(Perrenoud).
I saperi di un curriculum devono essere in grado di rispondere anche alle domande di senso e al bisogno di identità collettiva e individuale. Una parte dei saperi non è direttamente utile,almeno,a breve termine,ma aiuta a comprendere il mondo e ad allargare la propria esperienza.Aiuta a dare un senso all'esistenza,alle relazioni con le persone con cui si vive,al mondo che ci circonda,alla storia della propria vita Bisogna integrare "la visione che privilegia un rapporto attivo e volontaristico con il mondo e l'altra che mette l'accento sull 'arte ,i valori,le domande di senso ,di trascendenza"(Perrenoud)Saperi di pari dignità,che rispondano alla pari dignità delle intelligenze;saperi che funzionino dentro e fuori la scuola.La cultura è plurale e nessuna componente (scientifica,umanistica,professionaleetc) può essere trascurata.E' la cultura nel suo insieme che ci fornisce gli strumenti per organizzare e capire il nostro mondo in forme comunicabili.

RAIMONDO GIUNTA