Nel 1918, mentre la Grande Guerra si era appena conclusa, un diciassettenne romano stupì gli esaminatori durante le prove scritte e orali. Lo studente era Enrico Fermi, futuro premio Nobel per la Fisica nel 1938. Fermi, che aveva ottenuto la maturità presso l’allora Regio liceo Umberto I (oggi Liceo Pilo Albertelli ), svolse il proprio concorso di ammissione alla Normale di Pisa presso le aule della regia università di Roma, secondo una prassi che in seguito si è persa di “delocalizzare” gli esami su richiesta del candidato.
Dal 12 novembre al 15 novembre, nelle prove scritte (tra cui il famoso compito di fisica in cui affrontò il tema della produzione e propagazione del suono, con dimostrazioni fisiche e matematiche sorprendenti) e in quelle orali, Fermi lasciò letteralmente sbalorditi i professori della commissione. Ecco cosa scrivono nei due successivi verbali inviati al Direttore della Scuola Normale, il matematico Ulisse Dini, per caldeggiare l’ammissione di Fermi:
«La commissione è lieta di constatare che il giovane Fermi ha risposto mostrando ampiamente di avere una cultura superiore di molto a quella che ordinariamente si riscontra negli studenti ottimi di scuole secondarie. Il Fermi ha esposto i vari argomenti con molta esattezza, rigore matematico e precisione massima, mostrando completa padronanza degli argomenti anche più recentemente illustrati…
…La Commissione nominata dal signor Rettore per esaminare il giovane Enrico Fermi, aspirante ai posti messi a concorso dalla R. Scuola Normale Superiore Universitaria di Pisa, si è riunita di nuovo oggi 26 novembre 1918 per assegnare i voti agli esami orali sostenuti dal detto giovane
Fermi. I Commissarii unanimamente decidono di assegnare i seguenti voti: Algebra dieci, Geometria dieci, Fisica dieci. E se i regolamenti lo consentissero la Commissione darebbe con plauso la lode. I voti su indicati si riferiscono, si intende alla massima votazione.
Giulio Pittarelli – Federico Raffaele – Filippo Eredia»