Dall’inizio dell’anno nelle buste paga dei dipendenti pubblici ( insegnanti compresi ) non è stato inserito il beneficio del taglio del cuneo fiscale deciso con l’ultima manovra economica del governo. Un taglio netto, in media, di un centinaio di euro, che doveva compensare la cancellazione del precedente meccanismo di decontribuzione, estendendo peraltro il beneficio oltre il limite dei 35 mila euro per arrivare fino al tetto dei 40 mila euro annui di retribuzione lorda. Risultato, buste paga più leggere. Il problema diventa più grave con lo stipendio di marzo, che sarà erogato a fine mese, ma la cui elaborazione è già consultabile sulla piattaforma di NoiPa. Uno sguardo attento alle cifre evidenzia che le dimenticanze ( nel titolo chiamati errori ) non si sono fermate al cuneo fiscale, ma all’appello mancano anche gli adeguamenti delle indennità di amministrazione il cui decreto è stato pubblicato pochi giorni fa.